lunedì 19 aprile 2010

7° Tappa: 6°Edizione de "La mezza di Genova", 18 Aprile 2010. Km 21,097.


Posizione:1220° Pettorale:1028 BOERO MARCO Società:SC GENOVA CAI LIGURE. Real time:02:05:31

Ci siamo...
Era importante esserci: perché mio padre non c'era più, almeno fisicamente...
Perché la giornata era stupenda, perché si correva nella mia città: Genova!
Perché, come scrive e canta Ivano Fossati, Genova te la godi panoramicamente solo dal mare o dall'alto, e "la mezza di Genova" é l'unica occasione durante l'anno, per un pedone, di attraversare a piedi la strada sopraelevata Aldo Moro, osservando da posizione favorevole, con calma, il cuore della mia città.
Perché come disse in un'intervista un altro poeta e cantante della mia città, Fabrizio De André, ci sono mille motivi per andarsene da Genova, primo fra tutti trovare lavoro... Nel mio caso é solo il secondo motivo, dopo quello di crearmi una famiglia grazie ad una donna ed una terra molto accoglienti, ma distanti da Genova.
Qualunque siano i motivi per cui te ne devi andare, é la distanza che ti permette di riconciliarti con Genova, di amarla e tornarla spesso a trovare, perchè non puoi farne a meno.
Era importante per l'amicizia di Gianni, e ad un amico si può perdonare tutto, anche di aver fatto comparire quei ridicoli colori sul mio blog, nello spazio riservato ai lettori abituali.
Per tutti questi motivi eccomi alla partenza, coi miei soliti colori addosso e le mie scarpette rosse seminuove...
Volevo iscrivermi al settore podistico del cral Luigi Rum, in onore di mio padre, con il quale abbiamo trascorso tante belle giornate nel settore pesca sportiva, ma ho scoperto che chi ha portato avanti per anni questo sport in ambito portuale si é un pò stancato, a mio modo di vedere giustamente, della troppa competitività che ha pervaso questo ambito, anche a livello amatoriale.
Così, con la solita maglietta del capiano, mio capitano, Marco Rossi, ho potuto contare una ventina di "Forza Grifo" d'incitamento e mezza dozzina di bonari insulti e sfottò... Anche la matematica lo certifica, la maggioranza di Genova é rossoblù!!!
Questa volta avevo un grande alleato per tentare l'impresa di scendere sotto le 2 ore: l'amico Gianni appunto, che normalmente chiude la mezza maratona in 1 ora e 40 minuti circa, ma queta volta ha deciso di farla tranquillamente al mio passo essendo poco allenato ed avendo un problema, spero passeggero, ad un'anca.
Le sensazioni iniziali sono, come sempre positive. Riesco a tenere un buon ritmo con la chicca di attraversare luoghi per me molto significativi: Corso Italia, Albaro, Boccadasse... Sono i luoghi dove mio padre é nato e cresciuto, mia nonna infatti aveva un negozio di frutta e verdura in Albaro, e lui infatti si vantava del suo quartiere di nascita altolocato (tacendo sul fatto che il padre aveva riadattato il magazzino del negozio a civile abitazione...)
La prima, forte emozione, l'ho vissuta al primo attraversamento della strada sopraelevata, dove é stata scattata la foto inserita poco sopra, che mi ritrae insieme all'amico Gianni.
Appena mi si é aperto il panorama sul porto antico di Genova e sulla basilica di Carignano, il mio i-pod impostato sulla ripetizione casuale dei brani mi ha fatto ascoltare "Creuza de mà"...
Neanche il più abile dei registi poteva pensare una colonna sonora più adatta! E' la seconda volta che mi succede, é stato molto bello anche all'arrivo della millegrobbe di Lavarone, quando l'altoparlante diffondeva questa canzone mentre tagliavo il traguardo...
Non penso sia un caso, potrò girare il mondo ma sarò sempre legato con una corda "marsa d'egua e de sà" a questa città ed alle sue creuze!
Non vorrei apparire troppo legato al cliché dell'emigrante che rimane aggrappato con rimpianto ai suo luoghi d'origine. Io mi sento felice e realizzato dove sono, ma Genova sarà sempre importante per me, perché é il luogo dei miei affetti, ed essere sicuri nella direzione in cui si stà andando, per me significa trovare sicurezza nei luoghi da cui si proviene.
E' stato altrettanto bello, anche se emotivamente impegnativo, dopo il giro di boa della Fiumara, costeggiare S.Benigno ed il porto di Genova, dove mio padre lavorava. Questa volta un'altro brano, sempre in ripetizione casuale, mi ha toccato profondamente l'anima, e mi ha fatto molto bene...
E' come se mi avesse permesso di salutare mio padre, cosa che non ho avuto il tempo di fare considerando la sua partenza improvvisa.
Si trattava di "Aspettando l'estate", del maestro Franco Battiato, ed il testo recita così:

"L'allegrezza del vento fuga i cattivi pensieri
mentre ogni ombra fugge via, le giornate si accorciano.

La sera i fuochi inondano i dintorni di luce.

La tristezza non prevale su me
col canto la tengo lontana
le giornate si allungano
sto aspettando l'estate.

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
per antiche abitudini
perchè ti rivedrò dovunque tu sia.

Aspettando l'estate all'ombra dell'ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l'estasi dei momenti d'ozio
voglio riscoprire aspettando l'estate.

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
e sono ancora sicuro che io ti rivedrò
dovunque tu sia."

La mia gara era praticamente finita...
Mancavano ancora 6 km e 97 metri, il muro delle 2 h. si poteva ancora abbattere ma avevo dato tutto e la doppia rampa per risalire sulla strada sopraelevata mi ha tolto ogni residua speranza di provarci, oltre a mozzarmi il fiato, e questa volta non per il panorama...
Ringrazio infinitamente Gianni che le ha tentate tutte, portandomi i sali minerali da bere, incitandomi continuamente (ma non ti ho sentito dire un solo: "forza Genoa", brutto doriano che non sei altro!) ma come al solito mi sono trascinato al traguardo.
Solo all'arrivo ho trovato lo spunto per non farmi superare da una ragazza, che non volevo mi stesse davanti... Il fotografo avrebbe potuto dimostrare che ci stavo provando, e non sapete quanto fa male il mattarello, tirato in testa dalle mogli romagnole ai mariti troppo arzilli (con le altre...)
Ho così eguagliato il mio tempo personale raggiunto alla "Valli e pinete" di Ravenna ma penso di continuare con la mia tattica di gara. Ho notato che si stà allungando il tratto in cui riesco a tenere un buon ritmo, se riuscissi a tenerlo fino al 20° km sarebbe fatta...
Forse ci vorrebbe qualche allenamento lungo in più (un ora e mezza di corsa invece di una soltanto!) Se la vita mi concedesse questo lusso sarebbe il massimo, altrimenti va benissimo così, giornate come questa sono comunque da ricordare!
E per finire il solito consiglio gastronomico: questa volta doppio.
Tornando dalla mezza maratona di Genova, per chi prosegue in direzione La spezia, consiglio la trattoria Dilly, proprio a fianco dell'ingrasso (Oops... Volevo dire "ingresso"... Il più classico dei lapsus Freudiani!) dei cantieri navali di Riva Trigoso (GE).
Chiedete di Cinzia, mia cugina nonché proprietaria del locale insieme al marito, vi tratterà benissimo, sia che siate orientati sul menù di carne che su quello di pesce.
Se invece siete decisamente orientati verso il menù di pesce potete andare al ristorante "La Vela" di Moneglia, l'ultimo comune a levante della provincia di Genova.
Si consigliano le acciughe, di cui sono particolarmente goloso, cucinate in tutti i modi, e ne approfitto per ringraziare tutto il personale del locale: dalla proprietaria al cameriere, che ci hanno ospitato nei giorni successivi al lutto vissuto in famiglia e che sono stati gentilissimi, facendo sentire la loro vicinanza che abbiamo percepito veramente sincera, non solo perché eravamo clienti!
Perdonateci, noi liguri... Spesso siamo chiusi e spigolosi come la terra su cui siamo cresciuti! Ma non mancano le eccezioni come questa, e se lo dice mia moglie, romagnola al 100%...

mercoledì 14 aprile 2010

6° Tappa: 28°Giro della Turaza. Porto fuori (RA), 28/03/2010.Km 21,097, gara non competitiva, terminata in 2h. 07min. 30sec.













Eccomi, come programmato, ad un nuovo tentativo di avvicinamento all'abbattimento del muro... Ci sono voluti 40 anni per abbattere il muro di Berlino, spero di mettercene molti meno per scendere sotto le 2h per terminare una mezza maratona!
Giornata finalmente primaverile, dopo un lungo inverno, mi presento in anticipo di circa un'ora, avendo così tutto il tempo di ritirare il premio di partecipazione: un gustoso, freschissimo e chilometrico salamino... Forte é la tentazione di comprare uno sfilatino nel supermercato vicino alla partenza per rinforzare la colazione, ma mi sovviene il muro da abbattere... Rinuncio e preferisco fare un buon riscaldamento, molto utile ad un corpulendo "diesel" quale io sono.
Grazie ad una mezz'ora di corsetta lenta e qualche esercizio preparatorio la partenza é stata una bomba: viaggio sui 5min. e 45sec. a km, mantenendo l'andatura fino a metà gara, quando mi presento con un margine di 5 min. abbondanti sul calcolo fatto per poter arrivare al 20° km col tempo sufficiente per gestire le risorse, dando fondo a tutte le energie e provare a compiere l'impresa...
Almeno mentalmente ho memorizzato quale sarebbe il ritmo da tenere per farcela, uso il condizionele perche dopo l'11° km avviene sempre il calo, oserei dire fisiologico... Non sò se é uno sbaglio tattico e se imponedomi di stare sui 6 min. al km nella prima metà posso poi sperare di invertire le tendenza e recuperare alla grande nella seconda parte. Si accettano consigli...
Stà di fatto che nella seconda parte c'é stato nuovamente il cedimento, anche se più contenuto come nella "Valli e pinete", tanto da chiuderla con un tempo quasi identico. Il giro della turaza, inoltre, é molto bello dal punto di vista panoramico (si corre per lunghi tratti sugli argini dei "fiumi riuniti" fra Porto fuori, Lido di Dante e Lido Adriano, nel ravennate, oltre che nella pineta di Lido di Dante) ma lo strerrato non agevola sicuramente la velocità della corsa, almeno per quello che sono i miei gusti (probabilmente erano più contente le mie ginocchia!)
Insomma, già al 15° km mi sono accorto che questa non era "la mia volta", ma ogni podistica o mezza maratona é anche un buon allenamento per quella successiva, quindi va bene così.
Mi stò anche appassionando a questa distanza, penso di ridimensionare i miei impegni nelle distanze maggiori come la maratona, facendone solo una all'anno, giusto per provare, perché dal 30° km in poi si soffre e basta... Se non ci si diverte pernso proprio non ne valga la pena!
All'arrivo le solite quattro chiacchiere con gli altri abitudinari delle podistiche romagnole, fra cui un podista di Russi che corre sempre, estate primavera autunno ed inverno con canottiera, pantaloncini e fascia tergi sudore... Temerario!
Sfotteva un pò, ma simpaticamente, per la mia maglia, una delle tante della mia squadra del cuore, per il fatto che non vinciamo niente da circa novantanni!
Ho risposto che non disperavo di vincere qualcosa prima di smettere di correre (conto di farlo fino a 90 anni circa...)e che comunque ero fiero di conoscere qualcuno che, Genoano come me, aveva visto un capitano del Genoa alzare un trofeo...
Aveva sei mesi mio padre quando il Genoa vinse la sua unica coppa Italia, ma questo non ditelo all'amico podista romagnolo...


...é stata quella l'ultima volta in cui ho parlato di mio padre quand'era ancora in vita, ne ho parlato da Genoano e penso che sia stato contento di questo...


Ha fatto appena in tempo a votare, come il premier di Arcore ha chiesto a tutti i moderati (penso che te la stai ridendo ancora adesso per questo, caro papà!) e te ne sei andato improvvisamente l'indomani, lunedì 29 marzo 2010, a mezzogiorno, per colpa di un infarto, come accadde a tuo padre...
Dev'essere stata più dura per te, avevi solo 21 anni e dovevi partire per militare. Sò che al tuo ritorno ti sei chiuso un pò in te stesso ma gli amici e tuo fratello ti hanno aiutato molto, portandoti spesso fuori, soprattutto per seguire il Genoa a Marassi, e talvolta anche in trasferta.

Eri diventato improvvisamente capofamiglia, e quella responsabilità ti pesava, ma dopo qualche anno, con tanta fatica, sei riuscito a superare la china e continuare il tuo percorso su terra piana... o se non altro meno ripida!

Sei diventato un camallo, potendo mantenere più agevolmente te stesso e mia nonna, nella vostra casa "ai 5 santi", sulle colline proprio sopra il porto di Genova. Benedetta fu quell'influenza di mia nonna che le impedì di fare rifornimento di cherosene al distributore di Via Milano, per riscaldare l'appartamento.
Ci andasti tu e lì conoscesti mia madre, che lavorava in quel distributore come segretaria...

Era la fine dei mitici "anni sessanta", tanto decantati da Gianni Minà, e fu allora che le regalasti un tronchetto della felicità, che hai curato nei 40 anni a venire, così come hai avuto cura di tante altre cose, per questo ti ricordo ora con dolore, ma anche con tanto orgoglio e riconoscenza!

Riassumendo quelle che sono le mie sensazioni, e quelle raccolte da tutti gli amici e parenti che ci sono tanto vicini in questi momenti, mi sento di poter dire che si stava volentieri con te e sei stato un buon amico per tutti... anche per me!

Per questo mi sembra bello renderti omaggio e ricordarti anche sul mio blog con una bella poesia di David Maria Turoldo, che trascriverò in calce al post!

Proprio tu mi hai insegnato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno (se fosse mezzo vuoto si può sempre riempire!) e penso di poter ringraziare il Buon Dio che ti ha regalato 74 anni intensi, con la ciliegina sulla torta degli ultimi 3 col matrimonio di tuo figlio e la gioia di diventare nonno!

Spero non ti spiaccia la mia reazione alla tua improvvisa partenza, ma sento il bisogno di... continuare a correre! Dopo 15 giorni di doveroso stop per salutarti e assumere io il ruolo di capofamiglia (termine tanto impegnativo, ma a 36 anni si può fare, anzi si deve...) ho già rimesso le scarpette per una podistica!

Anche se moralmente sono, ovviamente, piuttosto giù mi sento in forma... Domani sera tornerò a Genova con la mamma per la dichiarazione dei redditi (a proposito, sei riuscito a scivartela... Altro scherzetto al Berlusca, sei un grande papà!) e starò con lei fino a lunedì. Non ti preoccupare, starà appena una settimana da sola, non riuscirebbe a resistere di più lontano dalla vostra nipotina! Questo week end, guardacaso, si corre la mezza maratona di Genova... Ci sarò anch'io papà, con la mia solita maglietta del nostro Grifo, attraversando i luoghi dove sei nato (ad Albaro... Te ne sei vantato molto per questo, eri un camallo ma di nobili origini!) dove facevi il garzone nel negozio di frutta e verdura della nonna, dove andavi a scuola e costeggindo il porto, dove hai lavorato per 35 anni.

Sarà difficile ma bellissimo, il miglior modo per me, per ricordarti e renderti omaggio... Poco importa se ci metterò 2h o poco più, l'importante per me é esserci! Un ultima cosa: grazie papà per averci tenuto un tavolo nella trattoria sotto casa, a Genova Bolzaneto... Dopo il tuo funerale, mercoledì 31 marzo scorso, abbiamo cercato disperatamente una trattoria a Genova e dintorni per il pranzo Pasquale, ma niente da fare! Venti telefonate, tutto pieno... e poi dicono che c'é crisi!

Il ventunesimo tentativo, alla tratoria Agnese di Via Giro del vento a Bolzaneto, é andato a buon fine, mi permetto di consigliarla visto che ci siamo trovati molto bene. Col menù a prezzo fisso di 30 euri bevande escluse abbiamo gustato degli ottimi antipasti (fra cui la classica mostardella, salame morbido genovese), taglierini di borragine al pomodoro e pansoti al sugo di noci, le classiche costine d'agnello pasquali, impanate e fritte, con insalata mista e verdure grigliate, tris di formaggi, dolce, caffé ed ammazza caffé. La bimba di quasi 2 anni che durante la settimana in liguria s'é messa a mangiare come una di 4 (ora la riconosco quale mia figlia!) gratis...

Molto cortese anche il personale, se capitate da quelle parti merita farci un salto!

Papà non c'era, ma é stato, e lo é tutt'ora, molto presente nei nostri ricordi e nelle mie battute demenziali, che da allora sono aumentate, come se volessi fare anche la sua parte... Grazie anche delle tue battute, facevano ridere quasi tutte, siamo stati bene in tua compagnia... Grazie di tutto e buon viaggio!

IL RICORDO DI UN AMICO.
Penso che nessun'altra cosa ci conforti tanto,
quanto il ricordo di un amico,
la gioia della sua confidenza
o l'immenso sollievo di esserti tu confidato a lui
con assoluta tranquillità:
appunto perché amico.
Conforta il desiderio di rivederlo, se lontano,
di evocarlo per sentirlo vicino,
quasi per udire la sua voce
e continuare colloqui mai finiti.