
Posizione:1220° Pettorale:1028 BOERO MARCO Società:SC GENOVA CAI LIGURE. Real time:02:05:31
Ci siamo...
Era importante esserci: perché mio padre non c'era più, almeno fisicamente...
Perché la giornata era stupenda, perché si correva nella mia città: Genova!
Perché, come scrive e canta Ivano Fossati, Genova te la godi panoramicamente solo dal mare o dall'alto, e "la mezza di Genova" é l'unica occasione durante l'anno, per un pedone, di attraversare a piedi la strada sopraelevata Aldo Moro, osservando da posizione favorevole, con calma, il cuore della mia città.
Perché come disse in un'intervista un altro poeta e cantante della mia città, Fabrizio De André, ci sono mille motivi per andarsene da Genova, primo fra tutti trovare lavoro... Nel mio caso é solo il secondo motivo, dopo quello di crearmi una famiglia grazie ad una donna ed una terra molto accoglienti, ma distanti da Genova.
Qualunque siano i motivi per cui te ne devi andare, é la distanza che ti permette di riconciliarti con Genova, di amarla e tornarla spesso a trovare, perchè non puoi farne a meno.
Era importante per l'amicizia di Gianni, e ad un amico si può perdonare tutto, anche di aver fatto comparire quei ridicoli colori sul mio blog, nello spazio riservato ai lettori abituali.
Per tutti questi motivi eccomi alla partenza, coi miei soliti colori addosso e le mie scarpette rosse seminuove...
Volevo iscrivermi al settore podistico del cral Luigi Rum, in onore di mio padre, con il quale abbiamo trascorso tante belle giornate nel settore pesca sportiva, ma ho scoperto che chi ha portato avanti per anni questo sport in ambito portuale si é un pò stancato, a mio modo di vedere giustamente, della troppa competitività che ha pervaso questo ambito, anche a livello amatoriale.
Così, con la solita maglietta del capiano, mio capitano, Marco Rossi, ho potuto contare una ventina di "Forza Grifo" d'incitamento e mezza dozzina di bonari insulti e sfottò... Anche la matematica lo certifica, la maggioranza di Genova é rossoblù!!!
Questa volta avevo un grande alleato per tentare l'impresa di scendere sotto le 2 ore: l'amico Gianni appunto, che normalmente chiude la mezza maratona in 1 ora e 40 minuti circa, ma queta volta ha deciso di farla tranquillamente al mio passo essendo poco allenato ed avendo un problema, spero passeggero, ad un'anca.
Le sensazioni iniziali sono, come sempre positive. Riesco a tenere un buon ritmo con la chicca di attraversare luoghi per me molto significativi: Corso Italia, Albaro, Boccadasse... Sono i luoghi dove mio padre é nato e cresciuto, mia nonna infatti aveva un negozio di frutta e verdura in Albaro, e lui infatti si vantava del suo quartiere di nascita altolocato (tacendo sul fatto che il padre aveva riadattato il magazzino del negozio a civile abitazione...)
La prima, forte emozione, l'ho vissuta al primo attraversamento della strada sopraelevata, dove é stata scattata la foto inserita poco sopra, che mi ritrae insieme all'amico Gianni.
Appena mi si é aperto il panorama sul porto antico di Genova e sulla basilica di Carignano, il mio i-pod impostato sulla ripetizione casuale dei brani mi ha fatto ascoltare "Creuza de mà"...
Neanche il più abile dei registi poteva pensare una colonna sonora più adatta! E' la seconda volta che mi succede, é stato molto bello anche all'arrivo della millegrobbe di Lavarone, quando l'altoparlante diffondeva questa canzone mentre tagliavo il traguardo...
Non penso sia un caso, potrò girare il mondo ma sarò sempre legato con una corda "marsa d'egua e de sà" a questa città ed alle sue creuze!
Non vorrei apparire troppo legato al cliché dell'emigrante che rimane aggrappato con rimpianto ai suo luoghi d'origine. Io mi sento felice e realizzato dove sono, ma Genova sarà sempre importante per me, perché é il luogo dei miei affetti, ed essere sicuri nella direzione in cui si stà andando, per me significa trovare sicurezza nei luoghi da cui si proviene.
E' stato altrettanto bello, anche se emotivamente impegnativo, dopo il giro di boa della Fiumara, costeggiare S.Benigno ed il porto di Genova, dove mio padre lavorava. Questa volta un'altro brano, sempre in ripetizione casuale, mi ha toccato profondamente l'anima, e mi ha fatto molto bene...
E' come se mi avesse permesso di salutare mio padre, cosa che non ho avuto il tempo di fare considerando la sua partenza improvvisa.
Si trattava di "Aspettando l'estate", del maestro Franco Battiato, ed il testo recita così:
"L'allegrezza del vento fuga i cattivi pensieri
mentre ogni ombra fugge via, le giornate si accorciano.
La sera i fuochi inondano i dintorni di luce.
La tristezza non prevale su me
col canto la tengo lontana
le giornate si allungano
sto aspettando l'estate.
Anche se non ci sei tu sei sempre con me
per antiche abitudini
perchè ti rivedrò dovunque tu sia.
Aspettando l'estate all'ombra dell'ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l'estasi dei momenti d'ozio
voglio riscoprire aspettando l'estate.
Anche se non ci sei tu sei sempre con me
e sono ancora sicuro che io ti rivedrò
dovunque tu sia."
La mia gara era praticamente finita...
Mancavano ancora 6 km e 97 metri, il muro delle 2 h. si poteva ancora abbattere ma avevo dato tutto e la doppia rampa per risalire sulla strada sopraelevata mi ha tolto ogni residua speranza di provarci, oltre a mozzarmi il fiato, e questa volta non per il panorama...
Ringrazio infinitamente Gianni che le ha tentate tutte, portandomi i sali minerali da bere, incitandomi continuamente (ma non ti ho sentito dire un solo: "forza Genoa", brutto doriano che non sei altro!) ma come al solito mi sono trascinato al traguardo.
Solo all'arrivo ho trovato lo spunto per non farmi superare da una ragazza, che non volevo mi stesse davanti... Il fotografo avrebbe potuto dimostrare che ci stavo provando, e non sapete quanto fa male il mattarello, tirato in testa dalle mogli romagnole ai mariti troppo arzilli (con le altre...)
Ho così eguagliato il mio tempo personale raggiunto alla "Valli e pinete" di Ravenna ma penso di continuare con la mia tattica di gara. Ho notato che si stà allungando il tratto in cui riesco a tenere un buon ritmo, se riuscissi a tenerlo fino al 20° km sarebbe fatta...
Forse ci vorrebbe qualche allenamento lungo in più (un ora e mezza di corsa invece di una soltanto!) Se la vita mi concedesse questo lusso sarebbe il massimo, altrimenti va benissimo così, giornate come questa sono comunque da ricordare!
E per finire il solito consiglio gastronomico: questa volta doppio.
Tornando dalla mezza maratona di Genova, per chi prosegue in direzione La spezia, consiglio la trattoria Dilly, proprio a fianco dell'ingrasso (Oops... Volevo dire "ingresso"... Il più classico dei lapsus Freudiani!) dei cantieri navali di Riva Trigoso (GE).
Chiedete di Cinzia, mia cugina nonché proprietaria del locale insieme al marito, vi tratterà benissimo, sia che siate orientati sul menù di carne che su quello di pesce.
Se invece siete decisamente orientati verso il menù di pesce potete andare al ristorante "La Vela" di Moneglia, l'ultimo comune a levante della provincia di Genova.
Si consigliano le acciughe, di cui sono particolarmente goloso, cucinate in tutti i modi, e ne approfitto per ringraziare tutto il personale del locale: dalla proprietaria al cameriere, che ci hanno ospitato nei giorni successivi al lutto vissuto in famiglia e che sono stati gentilissimi, facendo sentire la loro vicinanza che abbiamo percepito veramente sincera, non solo perché eravamo clienti!
Perdonateci, noi liguri... Spesso siamo chiusi e spigolosi come la terra su cui siamo cresciuti! Ma non mancano le eccezioni come questa, e se lo dice mia moglie, romagnola al 100%...
Nessun commento:
Posta un commento